Ebbene, mi ritrovo reduce di un’esperienza mistica, quasi, oserei dire. Quella di contattare un centralino di una ditta che produce i famigerati avvitatori Makita. E’ colpa mia se per lavoro mi occorrono? È colpa mia se, utilizzandoli così frequentemente, ho bisogno di sapere un po’ di informazioni su tutti i prodotti? No! O forse sì? Certo, il lavoro me lo sono scelto io, quindi sì, a dire il vero è un po’ colpa mia, però la stessa cosa vale per chi fa il centralinista.
Ho chiamato il centralino per sapere quanto avrei speso per cambiare la batteria del mio avvitatore Makita professionale e, ricevendo in risposta una cifra che non mi aspettavo, ho chiesto informazioni sugli altri prodotti. L’avessi mai fatto! Il centralinista (gentilissimo e disponibilissimo, per carità) mi ha detto qualche nome che io, ovviamente, mi sono dimenticato in un batter d’occhio, allora mi sono fatto spedire per mail le informazioni che richiedevo.
Mi arriva una mail con scritto gentile cliente, clicca qui per scoprire i prodotti Makita. E basta, non c’era scritto nient’altro. Ho eseguito l’ordine, ho cliccato e, come supponevo, mi sono trovato sul sito dell’azienda: bene, fin lì riuscivo comunque a farlo anche da solo. Inoltre non c’era neppure allegato il preventivo che avevo richiesto per la riparazione, era una mail precompilata e standard che evidentemente inviavano a tutta la propria newsletter.
Ho iniziato a navigare tra i prodotti per trovare qualche risposta, e chi fa da sé fa per tre, è il caso di dirlo. Ne ho trovati tre che però non avevano un’informazione fondamentale per me riportata nella scheda tecnica, per cui ho richiamato il centralino spiegandogli di nuovo tutto. Fortunatamente questa volta mi è arrivata la mail che speravo di ricevere, un punto di merito al ragazzo che mi ha risposto e che mi ha dato tutte le informazioni che volevo.